Saturday, October 23, 2010

Politica in TV

Assistendo ai dibattiti televisivi sul tema politico, sui terremoti che scuotono le fondamenta della repubblica, sulle precarieta’ delle alleanze della partitocrazia, sulle strategie dei protagonisti del reality della casta romana, sulle riforme strutturali delle istituzioni, sugli scandali e le campagne mediatiche contro i dissidenti, sulle palate di merda che volano da destra a sinistra, da sinistra a destra, e da destra a destra, smerdando tutti, non si nota molta differenza tra questo tipo di trasmissioni e quelle sportive o di gossip che infestano i palinsesti del servizio ‘pubblico’ e delle tv private.

Stesso schema del dibattito, stesse presenze ‘autorevoli’ di giornalisti specializzati, opinionisti, esperti accreditati, stesso modo di parlarsi addosso, stesso clima di scontro di opinioni e di partigianerie.

Sono sempre al centro della discussione le vicende dei cosiddetti vip, della politica, dello sport, dello spettacolo, dell’industria, i personaggi che godono i privilegi dei ‘famosi’, molti soldi, molte opportunita’ di protagonismo e copertura mediatica, molto potere nel proprio ambiente.

Se ci fate caso, anche i tempi televisivi, le inquadrature, le sexi-presenze femminili, e la contrapposizione dialettica e passionale tra quelli “pro” e quelli “contro” questo o quel protagonista, e’ uguale… sara’ un format, uno schema studiato dagli esperti di comunicazione, di aumenti degli ascolti, dei sondaggi e delle ricerche di mercato, della manipolazione del consenso, della competizione tra le reti… non lo so, ma comunque tutto cio’ mi rende perplesso.

E chiaro che sia uno schema… alimentare le contrapposizioni tra le tifoserie, le partigianerie, i nazionalismi, dividere tutto e tutti in due parti contrapposte e in conflitto tra di loro, creare i presupposti per lo scontro, il confronto, nelle urne, negli stadi, nelle piazze? E perche’? per chi? Chi l’ha detto che cosi’ debba essere il sistema, il modello della nostra civilta’? Sono forse gli americani e gli inglesi che sono abituati a vivere cosi’ e stanno esportando questo ‘stile di vita’?

E’ vero che abbiamo perso la guerra, che eravamo uno stato canaglia, che ci hanno distrutto e poi finanziato la ricostruzione e il nostro boom economico, che hanno messo al potere i partigiani e i dissidenti, che prima erano ricercati come terroristi e criminali, e’ vero che abbiamo dovuto accettare la spartizione del mondo in blocchi contrapposti in guerra fredda… ma e’ proprio inevitabile accettare questa situazione? Non ci sono alternative sostenibili e praticabili?

Andando avanti cosi’, piu’ crescono le fasce di poverta’, di precarieta’, di scontento e di disagio, piu’ aumentera’ la violenza degli scontri.
Le verita’ che stanno venendo a galla sui tanti vizi e corruzioni, compensi e privilegi dei ‘vip’ di questo o quell’ambiente suoneranno sempre piu’ scandalosi ed irritanti.
La caduta verticale della fiducia e del rispetto sta gia’ minando i pilastri su cui si regge il sistema. La fiducia e’ necessaria al governo per governare, ai partiti per avere i voti, la fiducia tiene in vita le banche, la borsa, il mercato, la produzione, tutto il sistema si regge sulla fiducia… senza fiducia, crolla tutto.

Per cui, se il sistema non e’ giusto, fa schifo, non ci da’ una buona qualita’ della vita civile, non ci da’ salute e serenita’, servizi di qualita’, ci opprime e deprime e ci costa un’enormita’… perche’ preoccuparsi se, dai sintomi che presenta, e’ malato terminale?
Ogni regime, ogni civilta’ ha un ciclo che comincia e poi finisce… e con quello che stiamo vivendo, siamo alla frutta e forse al caffe’.

Importante, a questo punto, non e’ cercare di entrare nel sistema per cambiarlo… fare un partito, un movimento, mobilitare attivisti, conquistare consenso, voti, comuni e regioni e andare a Roma… l’ha gia’ fatto la Lega inutilmente questo percorso e, a mio parere non e’ utile rifarlo.
A mio parere invece occorre prepararsi per l’emergenza, organizzare l’alternativa possibile, un sistema che possa trasmutare il crollo imminente, da catastrofe sociale in opportunita’ di cambiamento positivo.

No comments:

Post a Comment

la fine e' vicina, pensiamo al 'dopo crollo'

Ce la fara' la prima repubblica a restare in vita?



Legislatori che violano le leggi che loro stessi hanno creato... tangentopoli, il terremoto che ha demolito il sistema della prima repubblica, si e' basato principalmente su una legge sola. Il finanziamento ai partiti e' stato il fulcro delle indagini, degli scandali, dei drammi di politici e dei loro finanziatori. Una sola legge una sola scossa di un terremoto politico che ha travolto e distrutto molti dei palazzi del potere e ha fatto vittime importanti.



Ma quante leggi sono ‘vigenti’ nel nostro sistema “ legalita’ ”? Sono tante, tantissime e nemmeno gli avvocati sono sempre aggiornati ai continui cambiamenti delle regole del gioco sociale. Per cui siamo gia’ tutti colpevoli dell’ignoranza (che non e’ ammessa dalla legge) e quindi, in qualche modo, che lo sappiamo o no, che lo vogliamo o no, stiamo violando una qualche norma, siamo inadempienti di una qualche obbligazione. Siamo dunque quasi tutti dei ‘fuori legge’, non ‘a norma’, sanzionabili, sicuramente indagabili e condannabili a pagare con i soldi o la liberta’.



Possiamo scandalizzarci per i legislatori che non osservano le leggi? Per i governanti che usano il potere per i loro interessi? Per i politici che per essere eletti e avere posti di potere e di portafoglio fanno accordi con una o piu’ delle mafie che controllano i territori e che li forniscono di coca, donne, pacchi di soldi che servono nelle campagne elettorali?



Dobbiamo costruire nuove carceri per toglierli di mezzo? E poi?


Non e’ quello il problema… il problema e’ che siamo virtualmente il popolo sovrano ridotto pero' in servile schiavitu’ da in’idea, lo stato nazionale, la repubblica italiana.


Lo ‘stato’ concepito dai partigiani messi al potere dagli americani dopo la caduta del regime fascista e la sconfitta nella guerra.


Quegli uomini, i padri costituenti della Repubblica Italiana, con la guida dei vincitori americani, hanno scritto la Costituzione, il centro dell’attuale dibattito. Erano reduci da una guerra civile, combattuta con la guerriglia della resistenza, erano coloro che, ricercati come guerriglieri o terroristi, venivano giustiziati o deportati. Uomini traumatizzati che hanno fatto del loro meglio per scrivere le regole fondamentali della nuova realta'.



Poi hanno cominciato a cambiare alcune leggi del regime passato e ne hanno fatte delle nuove e poi… altre ad altre ancora… non hanno ancora smesso la loro produttivita’, anzi col potere dato alle regioni di fare leggi regionali, il gioco della vita e’ diventato cosi’ complesso e regolato da essere asfissiante e stressante.


Non e’ questione di giudicarli… i costituenti erano quelli che erano e hanno fatto quello che hanno potuto. I politici che si sono succeduti nelle varie legislature e hanno contribuito, collaborato, per complicare la vita al popolo, per costringerlo a pagare i costi dei loro privilegi e ad obbedire disciplinatamente alle norme di volta in volta emanate per favorire gli interessi dei potenti e loro associati, erano quello che erano e il popolo li aveva votati, delegati.


Solo che il popolo aveva altre aspettative… anche il popolo usciva traumatizzato e sconfitto da una guerra mondiale, dilaniato da una guerriglia civile, ferito dalla distruzione di tutto quello che era ‘prima’ e cui si era ‘conformato’… Arreso alla sconfitta, si sentiva sollevato dalla fine della guerra, del regime, di quel vecchio mondo che aveva vissuto con molta sofferenza. Allora il popolo ha celebrato la liberazione! Si e’ tirato su le maniche e si e’ drogato di piano Marshall… boom…miracolo italiano!


No, anche il popolo non puo’ essere giudicato… era quella che era e ha fatto quello che ha potuto, e ha tenuto in piedi il sistema che, da sconfitto e colonizzato, era stato possibile creare.


Quando e’ partita la scossa su tangentopoli, l’impatto e’ stato forte, ma il sistema ‘repubblica’ ha tenuto. Qualcosa e’ crollato, qualcuno e’ sparito, ma la ricostruzione dei palazzi e la sostituzione degli uomini e’ stata rapida. Ricordo che fu’ tentato di dichiarare finita la ‘prima repubblica’ e di costituire la ‘seconda repubblica’… ci furono commissioni delegate, ‘bicamerali’, ma non fu mai trovato un accordo… fallite tutte.


Per cui, e’ bastato dire e far dire in televisione che la ‘seconda repubblica’ era una nuova realta’…. E tutti l’hanno bevuta. No signori, mi dispiace, ma siamo ancora servi della stessa repubblica di prima, la ‘prima’.


E allora? E adesso? Siamo in mezzo ad un lungo terremoto. Le scosse di calciopoli, vallettopoli, erano di media intensita’, tutte le altre, anche recenti, (borsa, banche, crak finanziari, cocaina, escort e trans’, corruzioni varie, complicita’ diffuse, P3, e cosi’ via) hanno aperto crepe e crateri che si sono inghiottiti tutta la fiducia del popolo che ora, sente e soffre la precarieta’ di tutto.


Terremotato e traumatizzato il popolo e’ in attesa… standby. Segue con sgomento le notizie, assiste sconcertato agli scontri ed ai litigi tra coloro che si smerdano a vicenda con insulti e scomode verita’, scende in strada e in piazza per dire no, e lo fa in modo non-violento.


Adesso e' partita, con epicentro proprio sotto i palazzi del potere, la scossa della collusione con... la mafia? le mafie? camorra? ndrangheta e trallallalla'? Il Governo che si vanta per gli arresti e le azioni di contrasto alla delinquenza organizzata? Si sa' l'opinione pubblica fa di ogni erba un fascio... mafia e' una parola che le comprende tutte... ma si sa anche che queste organizzazioni sono tante, diverse, con controllo di territori definiti e con diverse attivita' predominanti. Sono composte di famiglie, gruppi che spesso sono in competizione e entrano in conflitto tra di loro.


Quando lo stato interferisce nelle loro guerre di interessi, arrestando i leader di una cosca, di una famiglia, di un gruppo, da' si un colpo alla 'mafia', ma eliminando un gruppo, favorisce un'altro con cui c'era conflitto.. di interessi... sconfigge una famiglia che dava fastidio alla famiglia ‘amica’, ripulisce un territorio, cosi’ che il gruppo cui appartiene lo possa occupare… andiamo… non siamo mica ingenui…


La scossa della questione mafia sara' dunque tosta e di lunga durata e non si potra’ fermare… per cui?


“Non abbiate paura” diceva il papa polacco… e in effetti, che paura c’e’? Questo ‘sistema’ in crisi di stabilita’, il sistema repubblica non ci da’ felicita’, benessere, salute e serenita’… ci da’ ansia, insicurezza e malattie, ci sfrutta e ci intimidisce, ci scandalizza e ci fa incazzare, ci opprime e ci limita la liberta’… e abbiamo paura che crolli? Che finisca? Siamo diventati matti?


Il problema e’ che non c'e' ancora l’idea di ‘alternative possibili’… nella cultura popolare e radicata l’idea che questo sistema di ‘stato’ repubblicano, democrazia rappresentativa, bicamerale, partitocratica, bilpolare, oligarchica, con tutto quello che ne consegue, non abbia alternative possibili se la ‘dittatura’ fascistoide o il regime comunistoide, o il caos anarcoide, la legge della giungla.


Questo e’ quello che ci blocca e che trascina l’agonia del ‘vecchio’ per tempi lunghi e lunghe sofferenze.


Ma le alternative ci sono, sono praticabili, sostenibili ed anche prevedibili.


Non penso che ci sia un forte attaccamento allo stato, neppure da parte dei dipendenti. E’ una questione di abitudine, un dogma incontestabile. Lo stato e l’unita’ nazionale, l’inno e la bandiera, i palazzi e i presidenti, i bilanci con le tasse, sono sacri valori inconfutabili… cosi’ si insegna a scuola nell’educazione civica. Per cui, se metti in discussione lo stato centralista, vieni subito preso per un leghista…


Io mi sento essere umano, cittadino del mondo e ho accettato l’idea di considerarmi un cittadino comunitario di uno stato federale europeo ma di quale Europa?

E’ qui che dobbiamo ragionare. Piuttosto che pensare a salvare la repubblica, pensiamo a come ci si puo’ organizzare in Europa, in modo nuovo e diverso.

http://valsesiacomunitaeuropea.blogspot.com/